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  • Segone

    Sega di grande dimensione con due manici, usata da due uomini che la muovono insieme per tagliare alberi. La lama ha la parte posteriore dritta, mentre quella anteriore è convessa con dentatura a triangoli isosceli.
  • fèr da stiro

    Possiamo qui scorrere la storia del ferro da stiro attraverso le immagini 1. Ferro da stiro a braci - Soprès a brase Antico ferro da stiro col corpo formato da un contenitore in ghisa apribile in cui si inserivano braci ardenti usando "el mòi" o la paletta di ferro. Il fondo si riscaldava a tal punto che si poteva stirare. Il manico era di legno.
  • trepéi

    Un tempo per "trepéi" si intendeva essenzialmente un arnese in ferro munito di tre piedi che si poneva sopra il fuoco nel focolare aperto ("fogolàr") per sostenere le pentole. Se ne usavano però anche in legno per sostenere contenitori. Oggi sono certo di più largo uso treppiedi, solitamente regolabili, per sostenere fotocamere, videocamere ed altri strumenti tecnologici.
  • pèrtega

    Stanga che unisce le parti dell'aratro
  • gomér

    Lama dell'aratro che penetra nel terreno e lo taglia orizzontalmente.
  • voltìn

    Aratro che con la parte vomere-versatoio che può essere girata e quindi tagliare e capovolgere la terra alternativamente da un lato e dall'altro.
  • piovìna

    Aratro che permette di rovesciare la terra da un solo lato.
  • Voltìn

    Aratro più moderno della "piovìna" che permette di rivoltare la terra da ambo i versi. La parte vomere-versatoio, con la doppia lama, arrivati in fondo al campo, si poteva ruotare cosicché al ritorno poteva continuare a girare la terra allo stesso verso del solco precedente. Veniva agganciato al motocoltivatore.
  • Piovìna

    Vecchio arnese a trazione animale per arare i campi costituito da diverse parti con compiti specifici. Il conduttore lo guida tenendolo per le stegole con maniglie in legno. Il vomere ("gomér") è una lama che si pianta di traverso nel terreno ed è unito ad una "ala" fissa (versoio) che gira la terra sempre dalla stessa parte (a differenza del "voltìn"). L'altezza del vomere è regolabile in base alla profondità del solco che si vuole ottenere. Davanti al vomere c'è una sorta di coltello divisore, il coltro, che taglia la "tópa" (cotica). La stanga ("pèrtega") che unisce le parti dell'aratro ha sul davanti una ruota ed un gancio col quale si attaccava la "piovìna" al "balanzìn" e quindi al bue. Quando a tirarla era una coppia di buoi, si toglieva la ruota davanti e, tramite il gancio in mezzo alla "pèrtega" si collegava la "piovìna" al "cariöl" che a sua volta era attaccato al "témon". In questo caso una delle ruote procedeva dentro il solco. Dietro il vomere troviamo preziose informazioni sulla provenienza di questo aratro: il marchio rotondo intorno al logo (un sacco con le iniziali RSP) riporta: “Rud. Sack Schutzmarke”. Nel metallo si vedono poi in rilievo ripetute le iniziali e la scritta: “D 7 Mc Rud. Sack Leipzig” e, a parte, l’incisione “7 M 24”. Questa grande fabbrica di macchine agricole aveva sede a Plagwitz nel distretto di Lipsia in Germania. Le informazioni storiche che la riguardano ci portano a datare questo aratro tra il 1863 (anno in cui la ditta si è trasferita a Plagwitz, la cui iniziale compare nel logo) ed il 1891 (anno in cui si trasformò in Rud. Sack KG).
  • Piöf

    Attrezzo agricolo per creare i solchi dopo l'aratura. Nella foto si vede la manovella con la quale si regolava la profondità del solco. Veniva attaccato al "balanzin" con una catena per mezzo del gancio davanti e trainato dai buoi.
  • maltampaia

    Composto di calce e paglia che mescolate assieme formavano un impasto con un buon potere legante utilizzato per la costruzione di pareti interne col supporto di listelli di legno.
  • cassèla

    Semplice attrezzo agricolo formato da una cassa aperta, in cui si inseriscono "strami" e foraggio, ed una lama con cui si tagliano gli stessi spinti manualmente a sporgere dalla cassa. Questo macchinario è precedente alla "machina dala pastura". "Cassèla" è chiamata anche la parte della "machina dala pastura" che contiene il foraggio da tagliare.
  • machina dala pastùra

    Macchina agricola prima a manovella, poi motorizzata, utilizzata per trinciare il foraggio per l'alimentazione di bovini.
  • Macchina da cucire "Regina Margherita / Renania"

    Macchina da cucire marca Junker & Ruh modello Renania intitolata alla Regina Margherita di Savoia: sul piano infatti c'è una sua fotografia, molto rovinata ma contraddistinta dalla sua caratteristica capigliatura. La datazione è per l'appunto tratta dal periodo del suo regno, prima come "regina consorte d'Italia" (09.01.1878 – 29.07.1900), poi come "regina madre" (29.07.1900 – 04.01.1926).
  • Macinacaffè

    A differenza di altri esemplari presenti in archivio,
  • Preparazione delle cartucce per fucile da caccia

    La strumentazione per preparare le cartucce da caccia di inizio novecento, appartenuta al Capitano Oreste Caldini, viene qui descritta da Rosetta Margoni, su informazioni date da Marco Gottardi, che conserva tutti questi cimeli.
  • Ferro da stiro a braci ardenti

    Ferro da stiro utilizzato dal Capitano Oreste Caldini in guerra per stirare le sue camicie. Nella prima fotografia si vede lo sportello aperto nel quale venivano inserite le braci; il manico è mancante.
  • La nascita di Radio Dolomiti

    L'intervista è stata fatta in occasione della preparazione del notiziario comunale n.1 del 2020, dedicato a Margone. Angelo de Tisi, fondatore di Radio Dolomiti, racconta la storia della nascita della prima radio libera del Trentino che trasmetteva da Margone. Causa problemi tecnici nella videoregistrazione, si è potuto pubblicare solo l'audio.
  • Macchina fotografica marca ICA modello Volta 105

    Oggetto appartenuto al Capitano
  • Trabiccolo con scaldaletto

    Nelle gelide notti invernali con serramenti e pavimenti che isolavano poco e la cucina come unica stanza riscaldata della casa, lo scaldaletto permetteva di coricarsi in un letto caldo e asciutto che così rimaneva a lungo. Il portentoso strumento era formato da un trabiccolo aperto in legno, protetto sulla base da una lamiera di rame, che veniva posto per tempo tra le lenzuola in mezzo al letto. Era chiamato "monega" ed aveva lo scopo di contenere lo scaldaletto e tener sollevato le lenzuola cosicché il calore potesse espandersi ed asciugare l'umidità. Lo scaldaletto era un contenitore in rame in cui venivano inserite grossi braci ardenti. Il coperchio era traforato in modo che le braci potessero ricevere aria e rimanere vive; il manico era lungo per evitare di scottarsi quando lo si andava a posizionare nella "monega". Quando si andava a letto, il tutto veniva appoggiato sul pavimento cosicché continuava a distribuire tepore finché le braci non si spegnevano del tutto. Succedeva talvolta che nel letto matrimoniale uno andasse a letto prima dell'altro e che lo scaldaletto venisse spostato sul lato libero in modo da tener ben caldo quella parte in attesa che arrivasse il ritardatario.
  • Solforatrice

    Contenitore in legno in cui veniva inserito lo zolfo ("solfro") in polvere per poi distribuirlo come antiparassitario sulle coltivazioni e su pollai e conigliere. Aveva due bretelle, una fissa e l'altra mobile: si metteva sulla schiena con la bretella fissa e poi si agganciava quella mobile. Muovendo con una mano la leva la polvere veniva soffiata attraverso un tubo nel diffusore metallico che veniva orientato con l'altra mano. Come risulta dall'etichetta metallica è stato prodotto dalla ditta G. Bressan di Trento.
  • Pressa per scope

    Si infilava della saggina, si pareggiava , si chiudeva la morsa e si cuciva. Ne usciva una scopa piatta alla quale si aggiungeva poi il manico. Veniva usata nella stalla durante il filò.
  • Vaglio

    Grande setaccio usato per pulire il grano dopo essere stato battuto per togliere tutte le impurità. È formato da un telaio di legno di forma circolare con due fori rettangolari opposti da usare come maniglie ed il fondo è composto da strisce sottili di legno intrecciate.