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  • Scatolette

    Scatola che conteneva prodotti dell'erboristeria torinese Ulrich Domenico per aromatizzare da 50 a 70 litri di Vermouth.
  • Tostino

    Il suo utilizzo consisteva nell'abbrustolire orzo, soia, mais. S’introducevano i chicchi dei rispettivi cereali all’interno del cilindro, si metteva sopra il fuoco, intanto un’elica interna mossa dall’esterno da una manovella muoveva i grani per non farli bruciare.
  • Pestello

    Arnese di legno che serviva per frantumare nel mortaio il sale grosso o qualche spezia. Il sale infatti era venduto solo grosso.
  • Paletta

    Attrezzo utilizzato in cucina per girare le frittate o le “fortaie” (omelette) in padella.
  • Documento d'appello per reclamo della comunità

    Documento scritto dalla comunità alle autorità chiedendo aiuto a seguito di una violenta grandinata che, il 13 settembre 1902, colpì le coltivazioni di Vezzano, Fraveggio e Lon. La richiesta di aiuto ammonta a 82.000 corone.
  • Fratelli Rigotti etichetta Vino Santo

    Etichetta di Vino Santo annata 1981 della cantina fratelli Rigotti (probabilmente il Vino Santo fu imbottigliato dalla cantina Pravis, dopo che per via della crisi Rigotti gli aveva ceduto le ultime botti. Pravis mantenne comunque il nome Rigotti sulle etichette). I Rigotti sono soprattutto noti per aver creato il vitigno Rebo, che porta il nome del creatore, Rebo Rigotti.
  • Mansueto Pisoni etichetta Vino Santo

    Etichetta di Vino Santo Trentino della cantina Pisoni.
  • Beniamino Bassetti etichetta Vino Santo

    Etichetta di Vino Santo Trentino della cantina di Beniamino Bassetti di Santa Massenza, che oggi non è più in attività (chiuse nella seconda metà del 1900).
  • Pubblicità Vino Santo e Giacomo Sommadossi

    Locandina pubblicitaria che decanta le proprietà del Vino Santo Trentino prodotto da Giacomo Sommadossi a Castel Toblino. Giacomo è un personaggio che viene considerato il padre del Vino Santo Trentino, presente già nel 1822 a Castel Toblino e amministratore della proprietà per conto dei Wolkenstein.
  • Mostra Olivi estremi

    Breve video che presenta, attraverso immagini in movimento, la mostra storica Olivi Estremi.
  • Pescatori in barca sul Lago di Santa Massenza

    In primo piano una barca con due pescatori in procinto di calare le reti per la pesca, sullo sfondo la località Due Laghi dove si nota la presenza di una costruzione, in alto a sinistra Castel Madruzzo.
  • Alambicco discontinuo a bagnomaria

    Quattro i pezzi prioritari: la caldaia - detta cucurbita - dove sono custodite le vinacce, recipiente in rame chiuso da uno speciale coperchio l’elmo o duomo - collegato ad un tubo - collo d'oca o di cigno - che trasferisce poi i vapori della ‘cotta’ nella cosiddetta serpentina, tubazione contorta immersa in un recipiente d’acqua fredda.
  • I panettieri di Lasino

    I panettieri indossano per lo più una divisa a righe verticali. Fra loro anche giovanissimi lavoratori. Risale al 1907 “l’erezione di un forno cooperativo con i mezzi destinati per il fondo Pellagra” a Lasino. Questo panificio operava sull’intero bacino della valle di Cavedine e poi su tutta la Valle dei Laghi. La data della foto è desunta dal panettiere centrale dietro, Giuseppe Ceschini (Maibel), classe 1897, partito per la guerra nel 1915: la foto è perciò precedente, perchè a fine guerra, rientrato a Lasino, è emigrato in America, dove è morto nel 1970. La foto, in formato 18x24 cm, scansionata in questa occasione, è una ristampa recente dell'originale, messo a disposizione per una mostra.
  • Cartolina del paese di Lasino e Castel Madruzzo

    Cartolina del paese di Lasino con il castello di Castel Madruzzo ben in evidenza sulla collina dello sfondo. Sopra, la Paganella. È stata spedita nel 1935. Si nota che non c'era ancora la strada provinciale che evita di passare per il paese e che in prossimità di quella che ora è l'entrata sud c'era, accanto all'asilo, il panificio con le sue ciminiere.
  • Pulizia del prezzemolo

    Piccolo gruppo familiare intento alla pulitura di un mucchio di prezzemolo ammassato sul cassone di un'Ape Car. L'operazione consisteva nella sottrazione delle foglie secche o marce e il raggruppamento delle piante in mazzetti, che venivano poi venduti nei mercati cittadini.
  • Treppiede

    Arnese di ferro di forma triangolare con tre piedini che si colloca sopra il fuoco (focolare aperto) sul quale è posta la pentola per cuocere le vivande. Si utilizza quando i tegami non sono agganciati alla catena (segosta) che scende dalla cappa.
  • Al mercato degli animali

    Sono qui raccolti aneddoti sulle fiere degli animali raccontati dai nonni intervenuti in due diverse occasioni in classe prima della scuola primaria di Vezzano all'interno del progetto memoria svolto con Ecomuseo.
  • Sbigolada a Ciago

    Il carnevale in piazza veniva organizzato dal Comitato Pro bigoi che si è evoluto poi in Associazione Pro Loco. Venivano usate le caldere del Caseificio locale. Nei giorni precedenti gli organizzatori andavano in tutte le case per raccogliere vino con cui fare il vin brulè ed offerte per comperare gli spaghetti (bìgoi) e gli ingredienti per il ragù. Tutti poi si recavano in piazza col loro piatto di casa, o un pentolino, per mangiare in compagnia gli spaghetti, festeggiare insieme il carnevale e talvolta portarne a casa un po'.
  • Bidone da latte

    Contenitore in alluminio per il trasporto del latte dalla stalla al caseificio con coperchio e chiusura a gancio.
  • Tostaorzo

    Al tempo in cui il caffè era considerato un bene di lusso, al posto del "cafè bòn" si usava il caffè di orzo. L'orzo veniva tostato sulla stufa per mezzo di questa pentola di ferro detta "brustolin", munita di una manovella sul coperchio, collegata ad una spatola anch'essa di ferro al suo interno, che permetteva di muovere l'orzo. Una piccola apertura chiudibile sul coperchio permetteva di inserire i chicchi, controllare il grado di tostatura dell'orzo e toglierlo dalla pentola dopo il raffreddamento.