Al centro appare Don Pedrotti, che lasciò la parrocchia di Cavedine nel 1911: dato che la Bandina indossa la divisa ricevuta in occasione del giubileo hoferiano del 1909, possiamo quindi restringere il campo cronologico al 1909-11.
Si notino gli stendardi e le lanterne portati dalla confraternita, tradizione che continua ancora oggi a ferragosto. I tre officianti sono in preghiera di fronte a un altare con ai lati due pini, allestito per l'occasione come una tappa del percorso della processione.
Documentario realizzato in occasione del 120° anniversario dalla fondazione della Banda Sociale di Cavedine caricato in una playlist sul canale Youtube dell'associazione, scomposto nei suoi capitoli
Fotografia di gruppo realizzata al termine della processione con la nuova statua della Madonna destinata alla Chiesetta delle Coste donata da Aleandro Merlo nell'autunno del 1952. Nello scatto sono presenti l'allora parroco di Vigo Cavedine don Domenico Vanzetta, don Evaristo Bolognani e la Banda di Cavedine.
Libretto di preghiere con rosario ricevuto da Carolina Defant (classe 1906) nel 1915 per la Cresima che, al tempo, si faceva a 9 anni.
La dedica della Contessa recita:
"In memoria della tua Cresima, affezzionatissima Carolina Cesarini Sforza 13 maggio 1915"
Si trova in campagna a Sud del paese di Vezzano ed è dedicata a San Valentino. Secondo la tradizione, dove si trova la chiesetta in agro, verso la fine del IX secolo è sorta un’edicola per onorare le reliquie di San Valentino, come testimonierebbe un tegolone iscritto che ricorda, per l’appunto, la presenza delle reliquie di San Valentino e Parentino e data l’evento all’860.
Si tramanda che fin da allora i pellegrini arrivavano da tutte le parti del Trentino.
Nel 1496 il pievano di Calavino, don Paolo Crotti, promosse la costruzione della chiesetta di San Valentino in Agro, con accanto una piccola sacrestia elevata sopra i resti dell’antica cappella.
Attraverso i secoli la Chiesa è stata soggetta al passare del tempo ed ha subito varie ristrutturazioni importanti tra cui quelle del 1800.
Dell'antica chiesetta rimane solo l'affresco in lunette sopra il portone nel quale si vedono la Madonna col Bambino ed ai lati San Valentino e Parentino.
Un tempo la chiesetta custodiva una quantità di ex voto che purtroppo sono stati quasi tutti rubati.
All'interno rimane solamente l'altare maggiore che conserva al suo interno una terracotta dipinta della prima metà del XVII secolo arricchita da statue di gesso di una Madonna con Bambino, tra San Valentino e San Parentino. Ai lati invece troviamo San Vigilio e Santa Massenza e due Ermes angeliche che sorreggono un crocifisso tra due santi vescovi.
Alla prima domenica di settembre dal 1945 San Valentino viene portato dalla chiesa parrocchiale a questa in campagna per commemorare il voto fatto al santo e qui riportato:
Si tratta di una chiesa molto ricca di decorazioni sia all'interno che all'esterno. A partire dal 1500 subisce varie ristrutturazioni. Si trova in piazza Mons. Donato Perli che nel 1895 iniziò l'iter che avrebbe ricostruito la chiesa così come la vediamo oggi. Tra il 1904 e il 1907 i lavori vennero svolti da Bonifacio Bassetti di Trento e Rodolfo Gobber delle Sarche. In quell'occasione è stata rinvenuta una pietra datata 1221, appartenente probabilmente all'edificio originario.
La facciata esterna è contraddistinta da un portone strombato che porta in rilievo gli stemmi lapidei di Papa Pio X, del vescovo Celestino Endrici e del comune di Vezzano, un mosaico di Cristo Pancreatore ad opera di Marco Bertoldi (1960), un grande rosone ed il campanile abbellito da un quadrante di orologio che reca la data 1814.
All’interno gli sono opere di grande pregio, come l'altare maggiore, il mosaico attribuito al bresciano Domenico Italiani raffigurante la 'Traslazione di San Vigilio verso Trento dopo il martirio', le vetrate colorate che rappresentano San Vigilio e San Valentino, statue lignee di vari santi ed i 2 leoni di pietra calcarea ai lati del presbiterio risalenti al XVI secolo ed appartenenti a Castel Madruzzo, presenti nella chiesa dal 1864.
Troviamo anche quattro diversi altari lignei, dei quali il secondo contiene le reliquie dei santi protettori di San Valentino e Parentino.
Vi sono poi una pala ad olio su tela risalente al XVII secolo rappresentante un miracolo di San Valentino e dei fregi ad opera del pittore Antonio Zeni da Tesero.
Importante è ricordare il preziosissimo altare ligneo a portele che oggi è custodito al museo Diocesano ma un tempo si trovava all'interno della chiesa.
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Bibliografia:
In cima al colle del paese, dove c'è la piazza, si trova la chiesa curaziale di San Lorenzo.
Ne abbiamo testimonianze a partire dal 1491. Costruita dove probabilmente sorgeva un'antica torre di avvistamento romana, poi trasformata in campanile, viene affiancata nel 1300 dal primo edificio di culto, una chiesetta. Dal 1739 fu eretta a curazia e dedicata a San Lorenzo.
Nel 1866, ormai troppo piccola per la popolazione del tempo, viene abbattuta e ricostruita nella forma attuale. Venne consacrata il 9 settembre 1877.
Costituita da un'ampia navata, al suo interno si trova l'affresco del 1946 di 'Gesù in cielo che consegna le chiavi del Paradiso a san Pietro' ad opera di Vittorio Bertoldi, una pala ottocentesca di 'Santo Stefano Protomartire' di autore sconosciuto, mentre il soffitto è decorato con 4 grandi medaglioni raffiguranti i 4 evangelisti. Ai lati invece i quadri della 'Via Crucis' e una tela del 'Battesimo di Gesù compiuta da San Giovanni Battista' di pittore sconosciuto.
All'esterno è affissa una lapide in marmo che reca incisi i nomi dei caduti nella due guerre mondiali.
Bibliografia:
Questa chiesa spicca per la sua maestosità.
Dedicata a San Giacomo dal 1882, si trova in via Villa Alta ed è stata costruita sulle rovine di un'antica torre romana, di cui rimane ancora il campanile. E' documentata a partire dal 1307.
L'interno è decorato da Alfonso Facchini di Trento. I quadri ad olio di Sant'Antonio Abate e San Giuseppe attribuibili al pittore Giovanni Battista Chiocchi, risalgono al 1898. Il dipinto di San Giacomo Maggiore invece è opera del mantovano Agostino Aldi.
All'esterno, sulla facciata, è affissa una lapide con incisi i nomi dei militari di Covelo caduti nella Prima Guerra Mondiale; inoltre è presente un'altra lapide che ricorda l'ex sindaco della chiesa Giacomo Pooli (1792-1850).
Bibliografia:
Si trova al centro del paese ed è dedicata ai Santissimi Angeli. La sua costruzione risale al 1890. È stata ristrutturata nel 1996 in onore del centenario. All'interno troviamo un quadro raffigurante "l'Angelo Custode" e l'affresco del "Cristo Morente" ad opera di Bruno Degasperi.
Di proprietà privata è particolarmente legata alle vicende della famiglia Merlo. All'interno vi è una pala d'altare di un artista anonimo raffigurante la 'Madonna Assunta in cielo fra schiere d'angeli con ai suoi piedi San Filippo Neri'.
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Bibliografia:
Dedicata a Sant'Andrea che viene festeggiato il 30 novembre, si trova nella piazza centrale del paese. Ha uno stile rinascimentale ed è documentata sin dal 1183. In passato era conosciuta per la 'Madonna delle Grazie' che attirava pellegrini da tutto il Trentino. La cupola è stata affrescata da Francesco Giustiniani di Roma nel 1909 e da Vittorio Bertoldi di Trento nel 1947.
Riformata e modificata nel 1667, anche negli anni successivi subì numerose trasformazioni. Venne ulteriormente ampliata e consacrata il 17 ottobre 1852. L'ultima modifica risale al 1984.
L'interno è costituito da tre navate con volte a crociera poggianti su quattro pilastri. Sono presenti tre altari in marmo, diversi affreschi e anche numerose statue. Curiosa è anche la presenza delle lapidi funerarie di alcune famiglie nobili e lo stemma lapideo dei Conti Graziadei.
Sulla parete del lato sud esterno della chiesa, c'è anche il monumento ai caduti delle due guerre mondiali.
Bibliografia:
- D. Mussi, “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
- Speciale Frazione: Terlago, in "Vallelaghi informa", Vallelaghi, TN, 2019, 1
Eretta su un piccolo colle a lato della strada che porta verso il paese. È dedicata a San Pantaleone, giovane medico di Nicodemia martirizzato nel 305. La costruzione attuale risale al 1500 ma sorge su un'antica cappella precedente; presenta ancora degli elementi originali: il campanile a vela e l'arco santo affrescato. All'interno si trovano degli affreschi realizzati dal Verla nel 1518, che decorano il presbiterio raffigurando la vita di San Pantaleone, San Sebastiano e altri episodi biblici.
Subì molti cambiamenti nel corso dei secoli, soprattutto per quanto riguarda il suo utilizzo, è stata usata, infatti, anche come deposito, alloggio per soldati napoleonici e dormitorio militare nella Prima Guerra Mondiale.
L'esterno appare spoglio e privo di decori.
Bibliografia:
Due immagini scattate nella stessa occasione in cui si vedono alcuni coristi di Ciago e Lon cantare insieme nella chiesa di Ciago diretti da Mario Hajeck.
Un pannello introduttivo 60x100 cm è posto in loc. alla Fonda all'antica entrata del Borgo di Vezzano, introduce gli antichi mulini del borgo e si sofferma sulla ruota idraulica.
Altri 11 pannelli sono posti lungo il percorso accanto ai relativi opifici, ne illustrano brevemente l’antica funzione ed approfondiscono di volta in volta un argomento:
1. Lo scotano o “foiaròla”
2. La segheria veneziana
3. La lavorazione del rame
4. La falegnameria
5. La tromba idroeolica o “bot de l’òra”
6. Il mulino a palmenti
7. La lavorazione della ceramica
8. Il panificio
9. Il fabbro ferraio
10. La falegnameria
11. Il fabbro carraio.
Traduzioni: Susanna Leonardi.
Progetto grafico: Davide Bolognani
Disegni: Stefano Zuccatti
Il pannello 60x100 cm è posizionato nella piazza di Fraveggio e presenta sinteticamente i due opifici ad acqua presenti un tempo a Fraveggio.
Traduzioni: Susanna Leonardi.
Progetto grafico: Davide Bolognani.
Disegni: Stefano Zuccatti
I due pannelli 60x100 cm sono posizionati ai due estremi del sentiero della "Val dei molini" di Ciago. Il primo presenta i mulini nella storia di Ciago, la fucina Lucchi e il mulino Cattoni; il secondo i mulini Zuccatti, Eccel e Cappelletti.
Traduzioni: Susanna Leonardi.
Progetto grafico: Davide Bolognani.
Disegni: Stefano Zuccatti
Con questa pubblicazione Ecomuseo ha voluto valorizzare l'itinerario lungo la Roggia di Calavino, carico di valenze culturali, storiche e naturalistiche. Seguendo il corso della Roggia si ha la possibilità di ricomporre l’immagine legata alle botteghe e ai laboratori che fino al XIX secolo caratterizzavano l’abitato di Calavino, restando affascinati anche dal contesto paesaggistico che segue l’andamento della Roggia.