Fraveggio, 1950 circa. Popolazione riunita in occasione di una festa, si pensa fosse la Festa di San Bartolomeo, che si svolge il 24 agosto, per via degli abiti leggeri indossati dalla gente, per lo più donne.
La fotografia è stata scattata guardando alla chiesa e alla scalinata che vi sale. La nicchia sopra il portone principale ospita la statua settecentesca di San Pietro, oggi custodita nella sacrestia.
Opuscolo relativo alla storia del paese, corredato di fotografie storiche, redatto alla metà degli anni '80; Il numero in copertina è probabilmente quello d'inventario della biblioteca scolastica.
A quanto ci dicono, la maestra Norma Bortoli ha curato questa pubblicazione coi bambini di quinta.
Scatto che raffigura l'interno della chiesa di S. Biagio durante i primi anni del 1900. È possibile notare molti dettagli architettonici e decorativi ora non più presenti. In particolare si nota un bozzetto che mostra come sarebbe dovuta apparire la decorazione attorno alla pala d'altare di S. Biagio.
Qui altre foto:
La fotografia ritrae tutti gli attori protagonisti del dramma sacro della Passione di N. S. Gesù Cristo avvenuta nel 1925 a Vigo Cavedine. Lo scatto è opera dello studio fotografico F. Emanuelli di Arco.
Lo scatto ritrae l'allora Vicario generale della diocesi di Trento mons. Guido Bortolameotti durante una celebrazione tenutasi al Santuario di Cavedine. Sullo sfondo si nota il paese di Cavedine visto dall'alto.
Il sonetto d'occasione rispetta la sua forma tipica in 14 endecasillabi raggruppati in due quartine e due terzine, ed è incorniciato da una stampa; il contenuto sottolinea l'aspetto sacrale cattolico del legame coniugale.
in calce alla composizione è riportato "La sorella Sabina ed i zii Augusto e Enrica.
Sfruz [Val di Non], 24 Febbraio 1906."
Le nozze sono state celebrate come da tradizione nel paese di origine della sposa ma poi hanno vissuto a Calavino, paese di origine dello sposo (Pedrini del ramo Mentol). I loro figli si sono poi trasferiti a Vezzano, lei era la maestra Celestina Giuseppina detta Bepina e lui l'ingegnere dell'Enel Aldo Maria.
Il quadro ha le dimensioni di 44 x 30 cm.
Panorama dall'alto di Cavedine e della valle verso sud, probabilmente dell'inizio degli anni '30. Si notano le strade interpoderali che risalgono la valle verso le frazioni di Brusino e Vigo. Di quest'ultimo si vede come la chiesa segnasse l'inizio dell'abitato.
Quota m: 414, Superficie mq: 120.000 c. (a livello idrometrico 1,90), Volume mc: 445.000, Prof. mass. m: 11, Prof. media m: 3,8.
Si trova alle pendici orientali del Gruppo Gazza-Paganella in una depressione in cui passava anticamente il fiume Adige.
La sua forma è oblunga, con un restringimento mediano, che lo suddivide in due bacini distinti; quello meridionale più naturalistico e quello settentrionale più turistico, separati dalla strada provinciale che lo attraversa.
Due immissari portano il loro contributo al lago meridionale: la Roggia di Terlago, che nasce nei pressi del Lagostel, raccoglie le rogge di Monte Terlago e di Castel e il piccolo Rio Rodèl, attraversa interrato il paese (un tempo dava energia ai mulini) e dal Fosso Maestro che nasce dal pianoro di Sant'anna (Sopramonte). Le sue acque affluiscono all'Adige attraverso un emissario sotterraneo di tipo carsico attraverso alcuni inghiottitoi, localmente chiamati "lóre" che si trovano lungo la riva orientale.
Sulle sponde settentrionali sono stati individuati i resti di un accampamento del Tardo Paleolitico-Mesolitico (VIII- IX Millenio a. c.) ed a livello naturalistico la vegetazione presente nei prati aridi di questa zona sono molto interessanti.
La zona che comprende l'intero lago e le sue sponde, la zona meridionale umida e quella settentrionale arida, con un'area di 109.3 ettari, costituiscono un'area protetta denominata "Zona Speciale di Conservazione Terlago", Codice Rete Natura 2000: IT3120110.
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Bibliografia:
- Gino Tomasi, La Valle dei Laghi - 6. Di Lago in Lago - Lago di Terlago, IN: Di lago in lago: un percorso fra storia e natura nella Valle dei Laghi, Associazioni Culturali della Valle dei Laghi, 2005, pp. 17-19
- Depaoli Verena, Il Lago di Terlago, IN: Di lago in lago: un percorso fra storia e natura nella Valle dei Laghi, Associazioni Culturali della Valle dei Laghi, 2005, pp. 31-67
- Depaoli Verena, Terlago e le sue acque - 2. I corsi d'acqua, IN: Il Libro delle Acque, Associazioni Culturali della Valle dei Laghi 2008, pp. 94-100
- Cavagna Stefano, Acqua Viva Terlago - Punti di scoperta intorno al lago,
Vezzano (TN): Ecomuseo della Valle dei Laghi 2016
Il Monte Bondone delimita ad Est la Valle dei Laghi e la separa dalla Valle dell'Adige. Verso Nord termina con la forra del torrente Vela, chiamata "Bus de Vela", che lo separa da Monte Soprassasso. Verso Sud prosegue col Monte Stivo.
Le cime più alte sono: il Palon (2090 m s.l.m.) verso Nord, seguito dalla dorsale Cornetto o Cronicello (2180 m,), Doss d'Abramo (2140 m) e Cima Verde (2102 m), che costituiscono la "Riserva Integrale delle Tre Cime del Monte Bondone, e, verso Ovest, la Rosta (1832 m).
Fra loro, a circa 1500 metri di quota, si trova l'altopiano delle Viote con un importante giardino botanico alpino, un Centro di Ecologia Alpina, la zona protetta della Torbiera, la "Terrazza delle Stelle - sito UNESCO connesso al cielo” per l'osservazione astronomica.
Verso la Valle dei Laghi c'è poi il Lago di Lagolo (950 m s.l.m.).
Dal punto di vista amministrativo la parte occidentale del monte, che guarda verso la Valle dei Laghi, fa parte dei territori di Vallelaghi, Madruzzo e Cavedine, quella settentrionale appartiene al comune di Trento e quella orientale, volta verso la Valle dell'Adige è di Garniga, Cimone e Villa Lagarina.
La catena montuosa Gazza-Paganella delimita a Nord-Ovest la Valle dei Laghi.
A sud la forra del Limarò, scavata dal fiume Sarca, la separa nettamente dal Casale; a Nord termina fuori dalla nostra valle con l'altopiano della Paganella, mentre rimanendo in valle ad essa si collega il Monte Soprassasso che separa la Valle dei Laghi dalla Valle dell'Adige.
Mentre il nostro versante della catena è molto ripido e roccioso, il versante verso Molveno ed Andalo scende boscoso.
Considerata la scarsità di acqua e l'assenza di strade pubbliche di accesso, questa montagna è rimasta allo stato naturale; solo la parte della Paganella è fornita di impianti sciistici e servita da funivie con partenza da Andalo e Fai.
Dalle praterie sulla sua sommità si gode un panorama notevole.
I paesi più tradizionalmente legati al Gazza, "Gagia" in dialetto locale, sono quelli che catastalmente ne detengono proprietà e che lo sfruttavano, alle diverse altitudini, per l'alpeggio, la fienagione, il taglio del bosco, la produzione di carbone e calce, la raccolta dello scotano ("foiaròla"): Ranzo, Margone, Fraveggio con Santa Massenza, Lon, Ciago, Covelo, Terlago.
A livello geografico, secondo la SOUISA (Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino), è codificato II/C-28.IV-A.2, vale a dire che fa parte delle Alpi Orientali (II), settore Alpi Sud-Orientali (C), sezione Alpi Retiche Meridionali (28), sottosezione Dolomiti di Brenta (IV), supergruppo Gruppo di Brenta e della Paganella (A), gruppo Gruppo della Paganella (2).
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Per approfondire:
- Sergio Marazzi, Atlante Orografico delle Alpi. SOIUSA, Pavone Canavese, Priuli & Verlucca, 2005.(in collaborazione con il Club Alpino Italiano)
Residenti al 5.2.2020: 167
Altitudine: 705 m slm
Distanza dalla frazione di Monte Terlago di cui fa parte: 1,3 km
Distanza dal capoluogo del Comune di Vallelaghi, Vezzano: 6,3 km
Distanza dal capoluogo di Provincia, Trento: 12,4 km
Latitudine: 46°06'32.5"N
Longitudine: 11°02'37.5"E
Nome in dialetto: Ranz, Ranc
Abitanti: Ranci - Ranzesi
Residenti al 31.12.2019: 401
Altitudine: 739 m slm
Superficie CC: 618 ettari
Distanza dal capoluogo del Comune di Vallelaghi, Vezzano: 9 km
Distanza dal capoluogo di Provincia, Trento: 20 km
Patrono: San Nicola di Bari – 6 dicembre
Latitudine: 46°03’48.67”N
Longitudine: 110°56’32.28”E
Festa del ringraziamento a Lasino avvenuta nel mese di novembre del 1976. La fotografia è stata scattata nel cortile della chiesa di Lasino e sullo sfondo è possibile notare le scuole elementari. Gli uomini hanno portato i trattori per la solenne benedizione delle macchine agricole.
Matrimonio a Brusino di Pietro Giuseppe Dallapè, industriale a Stradella e Bianca Pietra. Il matrimonio è stato celebrato nel 1929 nella chiesa più antica di Brusino, davanti alla quale è stata realizzata la fotografia.
La Chiesa parrocchiale di Vigo Cavedine prima del 1905. La fotografia si pensa sia stata scattata durante l'inverno del 1903-1904, prima dei lavori di ampliamento della struttura.
Bolognani Francesco a dorso d'asino trasportava da Dro a Vigo piccole quantità di pane per la comunità di Vigo. Qui lo si vede nei pressi della chiesa di S. Udalrico a Vigo Cavedine.
A seguire si nota una donna che indossa il tipico grembiule da lavoro. Sullo sfondo è presente la chiesa di S. Udalrico dotata di un pronao annesso alla facciata principale che venne abbattuto all’inizio degli anni 60, mentre venivano eseguiti i lavori per la realizzazione dell’attuale strada provinciale.
Gli antichi mulini di Calavino costituiscono ormai un ricordo legato alla vita passata di cui purtroppo rimangono poche testimonianze. Rispetto agli altri paesi della Valle di Cavedine, Calavino è sempre stato caratterizzato da una ricchezza di sorgenti e corsi d’acqua che hanno contribuito allo sviluppo socio-economico e alla configurazione del paese. Per localizzare e ricostruire quello che una volta formava il cuore della vita artigianale del paese si è voluto creare un percorso che, attraverso sette pannelli, attraversa i principali punti dove si trovavano un tempo gli opifici.
L’inizio del percorso è pensato nella zona del Bus Foran, dove la Roggia entra nel paese ed è collocata la bacheca introduttiva. Oggi buona parte della Roggia non è più visibile perché scorre al di sotto della strada, ma ci sono alcuni scorci dove la vediamo costeggiare le abitazioni. Il percorso passa dalla Piazzetta delle Regole, dove si gode di un’ottima visuale, per poi continuare nella parte vecchia del paese, il quartiere del Mas, cuore pulsante dell’artigianato di un tempo.
Si stima che lungo la Roggia esistessero più di una trentina di mulini, destinati a diverse attività, che oggi sono purtroppo scomparsi e del quale restano poche testimonianze.
I bambini della scuola elementare nella loro pubblicazione del 1981/82 elencano i mulini attivi a ricordo degli anziani e testimoniano che "Seguendo il percorso della Roggia possiamo ancora ammirare segni del passato: alcune grosse macine di pietra e frammenti delle grandi ruote di legno": sorprende come nel 1980 ci fossero ancora frammenti delle ruote di legno.
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Bibliografia:
- pag. 47-48 di