Eretto probabilmente agli inizi del XX secolo, questo capitello contiene un Crocifisso ligneo di buona fattura, di autore sconosciuto, protetto da un basso cancelletto in ferro.
Realizzato nel 1798 "Per voto della Villa di Vigo mentre serpegia mal bovino. DOM”. Vi sono raffigurati la Madonna con Bambino e i Santi Rocco e Valentino.
Sul cippo alla sua base è inciso: “Ex voto 1821 Vicinia di Vigo”. La Vicinia Dònego di Vigo è un ente di origine medievale proprietario di 200 ettari di boschi e pascoli con una malga; tutti questi beni appartengono alle famiglie di Vigo, identificabili dal cognome che portano, che discendono dagli abitanti originari.
Posta in quello che un tempo era l'ingresso del paese, sull'incrocio di due antiche strade medioevali: l'una che portava verso Drena e l'altra che risaliva la montagna fin su al Passo della Becca, collegando così la Valle di Cavedine con la Valle dell'Adige.
Non si sa a quando risale ma la tradizione ricorda che qui era uso costruire le arche per i novelli sacerdoti ed era uso che gli popolazione accompagnasse fino a questa croce emigranti, che narrano all'estero in cerca di lavoro e di fortuna, per dar loro un affettuoso saluto collettivo.
Nel 1984, su un'iniziativa del locale Gruppo degli Alpini, la croce lignea è stata ricostruita, ponendola su un basamento in muratura ed è stata risistemata anche tutta l'area circostante con la costruzione di una fontana. Nel 2011 è stato ricostruito il Crocifisso ed abbellendolo con un'aiuola fiorita.
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Bibliografia:
Incassato nel muro di sostegno all'incrocio tra Via Monte Stivo e Via Masi di sopra si trova un capitello, sormontato dalla scritta "Ti saluto Maria", contenente una statua della Vergine e sullo sfondo vi è affrescato il panorama con la chiesa di Sant'Udalrico. La targa posta a fianco recita: "In onore alla Vergine Maria - 1 dicembre 2013".
Costruzione recente dunque, testimone di una fede ancora solida, come diverse altre madonnine racchiuse nelle nicchie di case private.
Sul muro di cinta del cimitero di Brusino, a fianco del cancello d'entrata, rivolte alla strada, vi sono due lapidi di marmo con tettuccio che ricordano i caduti delle due guerre, non solo sul campo di battaglia, ma anche per malattie causate dalla guerra e per reperti bellici.
Sulla lapide di destra è inciso:
PACE
AI NOSTRI SOLDATI
CADUTI SUL CAMPO
1914-1919
FERRARI PIETRO - MICHELOTTI ALLEVIGLIO S.E
BERLANDA GIULIO - BAGATOLI GIUSEPPE
BERLANDA VIRGINIO - RUABEN SEVERINO
BERLANDA AGOSTINO - CHESANI SILVIO
BERLANDA ALBINO
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SOLDATI MORTI DI MALATTIA CAUSA LA GUERRA
BERLANDA GIACOMO CHESANI SILVIO
BERLANDA GIOVANNI SPORTELLI MANSUETO
BERLANDA RODOLFO DORIGATTI GIUSEPPE
CHESANI LUIGI FRAVEZZI GIUSEPPE
CHESANI ARTURO PEDROTTI GIUSEPPE
I COMPATRIOTI GUERRIERI DI BRUSINO
O. M. P.
Su quella a sinistra:
PACE
AI NOSTRI SOLDATI E CIVILI
1940-1945
MARCANTONI GIOVANNI
MICHELOTTI IVO
CHESANI ALFREDO
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MORTI A CAUSA REPERTI BELLICI
GUERRA 1915-18
BOTTES EMILIO + 7-2-1945
FERRARI ALFREDO
BOTTES MARIO
FERRARI PIERINO
+ 11-11-1918
Gli ultimi tre nomi incisi sono quelli degli sfortunati bambini
che, l’11 novembre 1918, morirono in seguito all’esplosione
di una cassa di munizioni abbandonata dall’esercito
austro-ungarico in fuga, che era stata messa dai piccoli
ignari sul fuoco.
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Bibliografia:
Sulla facciata del civico 11 di Via san Rocco, di fronte alla strada che porta alla nuova chiesa, c'è un importante affresco, di circa 180 x 200 cm, realizzato nel 1780 e firmato Valentino Rovisi (1715-1783), nato e cresciuto sotto l’influenza di Giambattista Tiepolo. Nella nicchia è rappresentata la Madonna del Carmine con Gesù Bambino e la colomba simbolo dello Spirito Santo. All'esterno ci sono Dio che sorregge il mondo, Sant'Antonio e San Luigi.
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Bibliografia:
Sulla strada che da Cavedine porta a Brusino, in località Frèra, all'interno di una rientranza contornata da un basso muretto di porfido si trova un crocifisso alto circa tre metri. La croce in legno coperta da un tettuccio in legno a due spioventi è posta su un piedistallo rivestito di pietra, l'immagine del Cristo è in ghisa.
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Bibliografia:
La grotta della Madonna di Lourdes, con la gradinata per raggiungerla, fu la prima di una serie di opere decise nel 1922 e realizzate in seguito al voto fatto dalle autorità civili e religiose per essere scampati all'evacuazione forzata durante la prima guerra mondiale. Fu inaugurata con una solenne celebrazione il 23 ottobre 1925.
Poi furono costruite:
Fu eretto nell'anno del giubileo 1933-34 e riporta: "Cavedine in memoria dei suoi figli caduti in guerra e di quelli morti lontano dalla terra dei padri perché tutti qui vivano nell'affetto e nella prece [preghiera] dei fratelli".
Come recita il cartello posto sul luogo curato dagli alpini di Cavedine: "Il gruppo statuario, con la croce centrale, la Madonna piangente e l'Angelo consolatore, è opera del roveretano G. Ziglio."
Come recita il cartello posto sul luogo curato dagli alpini di Cavedine: "La Via Crucis fu inaugurata il 19 maggio 1966. Alla realizzazione delle 14 cappelle hanno provveduto in forma volontaria i muratori di Cavedine, mentre i quadri in ceramica provenienti da Roma sono dono di un anonimo benefattore."
Posta alla sommità del colle di San Siro, ha sul cippo la seguente iscrizione: "A ricordo del XIX centenario di Nostra Santa Redenzione i fratelli Ceschini eressero".
In occasione del XIX centenario della Redenzione del genere umano, Pio XI aveva indetto l'anno santo della redenzione tra il 2 aprile 1933 ed il 2 aprile 1934.
Da lassù si gode un ottimo panorama della Valle di Cavedine da Calavino a Stravino.
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Bibliografia:
Capitello in nicchia del tardo cinquecento con una elaborata cornice lapidea, il cui arco di volta è sormontato da un'architrave a più lesine.
Dell'affresco della SS Trinità, restaurato nel 1996, rimane leggibile solo la parte alta con la figura del Signore Gesù, del Dio Padre col simbolo dell'occhio nel triangolo e la colomba con raggi di luce simbolo dello Spirito Santo.
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Bibliografia:
L'edicola con una statuetta della Madonna è incassata nel sopraluce di una vecchia porta d'entrata in Via SS Trinità 13. È contornata da una cornice in gesso recante la scritta "Salve Maria" ed è protetta da una inferriata lavorata.
Inaugurata il 9 maggio 1937, è stata ristrutturata 60 anni dopo dalla Pro Loco. All'interno di ogni capitello è presente una delle originali lastre in gesso che rappresentano uno dei momenti della passione del Cristo, la titolazione del momento e il nome del benefattore che ne ha permesso la realizzazione.
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Bibliografia:
Il concio di questo portale situato al numero 36 di via Roma a Vezzano è datato 2 agosto 1747 ed oltre alla data ha inciso "Sia lodato Gesù Cristo".
Si presume che sia proprio questo il palazzo che si affaccia sulla piazza di Vezzano dove, tra 1600 e inizio 1800, avevano la residenza i nobili Zambaiti.
Posata nel 2001, in occasione della realizzazione del nuovo tratto stradale che collega la viabilità principale con la parte di paese a monte fino ad allora di difficile accesso per i mezzi pesanti. Sullo stesso luogo vi era anche in passato una croce in pietra che si è voluto così ricordare.
Oltre la piazza di Fraveggio al bivio tra la strada che scende a Santa Massenza e quella che porta alle "Crone Basse" e al sentiero dello Scal, unica strada che collegava un tempo Fraveggio a Margone, si trova questa croce in pietra datata 1854 e siglata F.B.
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Bibliografia:
È indicata talvolta con questo nome anche la roggia di Valle che segue la strada della Val di Cavedine raccogliendo poca acqua fino ad arricchirsi sul territorio di Lasino con l'apporto di alcune sorgenti.
Entrata a Calavino riceve subito l'acqua della sorgente del Bus Foran (o Foram, ramale chiamato anche "Roggia Grande"); vediamo la cascata, che forma appena uscita dalla sorgente, passare sotto la strada per immettersi nella roggia di Valle.
Subito dopo riceve l'acqua della sorgente di Menétoi, o meglio il troppopieno dell'acquedotto potabile che va a servire l'alta val di Cavedine dal 1972.
In paese la alimentano poi altre piccole sorgenti minori. All'imbocco della val de Canevai riceve le acque del piccolo alveo della sorgente di Palù, poi quelle del Rio Freddo (o Rifré o Lifré) ed infine da una pittoresca cascata il fosso di Barbazan che arriva dal territorio di Padergnone.
La forra dei Canevai è caratterizzata da giochi d'acqua, cascate, profonde pozze.
Il sentiero che ne segue il tracciato è stato realizzato dal Comune verso il 1990.
Dopo aver alimentato le vasche della pescicoltura, con un'ultima curva a gomito, sfocia nel lago di Toblino.
Queste macine di pietra, dette "mole", molto grosse, sono state trovate nella roggia davanti al mulino-cementificio dei Pisoni Fornéri poi Pedrini ed esposte nel 2009 nella nuova piazzetta delle Regole.
Mentre quella di sinistra presenta su un lato le classiche scanalature e convessità delle mole per la macinazione dei cerali, quella di destra non è lavorata sui fianchi, per cui si presume che sia proprio una delle "molazze" del pestino del cementificio Pedrini.
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Bibliografia:
Mariano Bosetti ne parla a pag. 72 e 116 di
Macina inferiore fissa, proveniente dal vicino molino Pisoni "Tonati", utilizzata nel 1996 come elemento di arredo urbano a ricordo della fiorente attività molitoria diffusa un tempo in paese.
Il dr. Galeazzo Pisoni, nipote del dr. Basilio Pedrini che nel 1900 aveva costruito la centralina elettrica accanto a Villa Elda a Calavino, con lo stesso pallino per l'ingegneria elettrotecnica, nel 1962 fece predisporre un progetto per la realizzazione di una nuova centralina presso l'ex mulino a Venzon a lato della "Pontara" sulla vecchia strada che da Calavino porta a Padergnone.
L'opera di presa, mediante un canale di derivazione, venne ubicata in sponda destra della Roggia nei pressi della casa Pisoni "Biasi" e nell'ultimo tratto l'acqua veniva convogliata in una condotta forzata, che metteva in moto la turbina per una produzione pari a circa 17 Kw. Attraverso una rete aerea, interrata poi negli anni successivi, l'energia prodotta veniva distribuita alle case di proprietà Pisoni ed anche per il funzionamento di cucine elettriche, che alcuni utenti di Calavino si erano fatti installare nelle proprie abitazioni, pur mantenendo come utenza principale per l'illuminazione e gli elettrodomestici quella fornita da Enel.
Qui le strutture citate:
Nel 1860 è documentata qui la presenza di due mulini di Floria Domenico "Mosca" dei quali quello a monte era una segheria.
Erano alimentati da una derivazione che partiva a monte della cascata del "Bus Foran", arrivava ad una vasca di carico sopraelevata rispetto ai due edifici, da lì partivano le due canalette a servizio dei due edifici.
L'acqua si immetteva quindi nella derivazione a valle della cascata del "Bus Foran" per poi infilarsi sotto il ponte verso piazzetta ai Zoni e proseguire la sua corsa verso altri mulini.