Anello sulle tracce dei vecchi mulini nei dintorni di Vezzano

Il percorso ad anello qui presentato parte da Vezzano, va a  Fraveggio, Ciago e ritorno, alla ricerca delle tracce dei vecchi mulini. Si snoda per circa 7 km per lo più su sentieri. Essendo un anello si può scegliere di partire da qualsiasi altro posto. Si può anche decidere di accorciarlo di un paio di km evitando Fraveggio o di fare una semplice passeggiata fermandosi in un solo paese magari approfondendo la conoscenza dei mulini lì presenti.  In fondo a questa pagina si possono scaricare le tracce gpx e i pdf riassuntivi delle due diverse soluzioni. Puoi inoltre visionarlo, insieme agli altri anelli sulle tracce dei vecchi mulini in Valle dei Laghi, su Google Maps dove si trovano grazie alla geolocalizzazione fatta con my maps (se necessario qui trovi informazioni tecniche).

Sui pannelli posti lungo il percorso ci sono cr-code che permettono al visitatore di accedere ad approfondimenti riguardo ogni luogo.

Nelle escursioni con Ecomuseo si vanno a visitare anche luoghi privati, grazie alla preziosa dispopnibilità dei proprietari, altrimenti potete comunque vedere, qui in Archivio, le foto di quei particolari, che rimangono solitamente nascosti. Se poi qualcuno avesse foto, documenti, testimonianze, oggetti... che possano arricchire il patrimonio dell'Archivio della Memoria saremmo ben lieti di pubblicarli, contattateci!

Partendo da Vezzano bisogna decidere subito che percorso fare.

Volendo andare direttamente a Ciago si consiglia di parcheggiare presso il cimitero a Nord della rotonda che immette a Vezzano. Si risale poi via Nanghel e si prosegue per il sentiero di Santa Maria. Arrivati a Ciago si attraversa la provinciale e si risale il paese fino alla chiesa da dove parte il sentiero della Val dei molini.

Con questa descrizione seguiamo il percorso più lungo che ci permette di visitare anche Fraveggio. In questo caso si consiglia di usare uno dei parcheggi nel centro di Vezzano.

Ci incamminiamo verso Fraveggio lungo Via Dante. Al termine del marciapiede, sopra il Parcheggio del Sartor,  affianchiamo per un breve tratto la strada, poi la si attraversiamo e saliamo la scalinata che porta al tratto successivo di marciapiede. Entriamo in paese e, arrivati al parcheggio,  il magnifico paesaggio della Valle dei Laghi attira sicuramente la nostra attenzione. Guardando poi a monte vediamo quel che un tempo è stato un mulino e poi una falegnameria, laboratori che utilizzavano la forza delle ruote idrauliche mosse dall'acqua della roggia di Fraveggio.

Arrivati alla chiesa incrociamo il Vicolo dei Molini in cima al quale vediamo la faccia sud del mulino più antico di Fraveggio citato nei documenti fin dal 1545 e che conserva in un portico una coppia di macine.

Continuando lungo via San Bartolomeo arriviamo alla piazza dove troviamo la bacheca che presenta i mulini di Fraveggio e vediamo nel vecchio lavatoio di pietra il tratto della roggia che scorre ancora in superficie all'interno del paese. Usciamo dal paese salendo via Piai, la strada di collegamento con Lon prima della costruzione della nuova strada verso Margone-Ranzo. Quando vediamo in lontananza il grande capitello della peste prendiamo il sentiero di destra che ci porta sulla vecchia strada di collegamento per Ciago. (Se invece vogliamo passare anche da Lon continuiamo sulla strada seguendo la segnaletica del "Giro delle 4 frazioni" fino ad arrivare alla chiesa di Ciago.)

Il primo tratto del percorso verso Ciago ci riporta indietro nel tempo, circondato com'è dai muri a secco. Superiamo l'opera di presa dell'acquedotto potabile di Fraveggio, raggiungiamo la provinciale, scendiamo pochi metri e prendiamo il sentiero di Piai che ci porta alla piazzola dell'elicottero ed alla croce sulla strada Lon-Ciago.  Da lì possiamo seguire la provinciale e in poche centinaia di metri arriviamo a Ciago per poi risalire il paese fino alla chiesa.

Volendo invece continuare per boschi attraversiamo la strada e prendiamo il sentiero che sale, attraversiamo un podere incolto e continuiamo a salire fino ad incrociare il sentiero Tortol-Calchera che unisce Lon e Ciago nel "Giro delle 4 frazioni". Lo seguiamo verso Ciago incontriamo l'antica strada selciata del Monte Gazza. Scendiamo fino ad arrivare a Ciago, giriamo a sinistra, troviamo la chiesa e sul sagrato il pannello che apre il percorso degli antichi mulini di Ciago.

Croce del Colera

La chiesa di San Lorenzo a Ciago

Antichi mulini di Ciago - pannello 1

Vicino al pannello parte il sentiero della Val dei molini. Mentre lo percorriamo dando un'occhiata a monte vediamo in distanza l'ex mulino Cattoni. Poco dopo davanti a noi vediamo una macina abbandonata proprio sopra la roggia: è ciò che rimane del vecchio mulino di legno scomparso, come scomparsa è la fucina Lucchi, il primo degli opifici alimentati dalla forza delle ruote idrauliche posizionate sulla roggia di Ciago.

Superato il ponte di legno tra le cascate della roggia, senza neppure rendercene conto calpestiamo la lastra di pietra che copriva la derivazione che portava l'acqua al mulino Zuccatti e, scendendo, incontriamo alcune macine e un pestino un tempo utilizzate in questo mulino.

Un tempo per fare questo percorso avremmo dovuto passare sotto una passerella, che metteva in collegamento diretto il sentiero con la soffitta della casa, e alla canaletta in legno della derivazione che portava l'acqua sopra la grande ruota posta dove ora c'è la finestra. Tra la porta e la ruota c'era una una alta lastra di pietra che impediva agli schizzi di bagnare l'entrata dell'edificio. Osservando la casa, anche se manca ora di tutti questi elementi, li possiamo ricostruire mentalmente.

Lastra sopra la derivazione

Macina Zuccatti 1

ex Mulino Zuccatti - fronte

Macina Zuccatti 2

Macina Zuccatti 3

Pestino ad una vasca

La roggia continua di fianco al caseggiato formato da quelli che erano due mulini: Zuccatti ed Eccel, ma andiamo a vedere quest'ultimo dal basso seguendo il Vicolo della roggia e poi girando a sinistra su Via di San Rocco. Proprio davanti all'ex mulino Eccel è posizionato un pestino a due vasche utilizzato un tempo qui e poco distante il secondo pannello degli antichi mulini di Ciago.

ex Mulino Eccel - fronte

Antichi mulini di Ciago - pannello 2

Pestino a due vasche

Qui la roggia attraversa la strada ed un tempo l'acqua rilasciata dal mulino Eccel andava ad alimentare anche il mulino Cappelletti che, come vediamo documentato sul pannello, ha prima modificato la sua posizione e poi è stato ampliato, cosicché la roggia ha finito per passare sotto la casa, con una cascata che oggi si trova proprio sotto lo stuoino e botola davanti alla porta d'entrata e che un tempo muoveva la ruota idraulica posta al piano inferiore. La roggia prosegue intubata fino ad attraversare la nuova strada del Pedegaza e poi scende a Vezzano; la si intravede e la si sente in alcuni tratti percorrendo il sentiero di Santa Maria che congiunge rapidamente Ciago a Vezzano.

Noi invece proseguiamo fino in fondo a via San Rocco, attraversiamo la strada (volendo possiamo fare una pausa al parco giochi) e prendiamo il sentiero di fronte seguendo la segnaletica del "Giro delle 4 frazioni". La parte terminale di questo sentiero è selciata e di nuovo circondata da muri a secco. Superiamo l'opera di presa di una delle sorgenti e poco oltre il deposito dell'acquedotto potabile di Vezzano, raggiungiamo la Roggia Grande e la fiancheggiamo fino ad arrivare al pannello informativo degli antichi mulini del Borgo. Accanto ad esso parte la derivazione, con la paratoia ancora in uso, per alimentare il bacino di raccolta dei Manzoni che si intravede poco più avanti. Prima di questo edificio sulla Roggia Grande ce n'è un altro in loc. Naran, diventato poi l'albergo "Vecchio mulino".  È raggiungibile seguendo la ciclabile verso Terlago e lì si trova il 1° pannello  degli “Antichi mulini del Borgo”, che presenta la lavorazione dello scotano ("foiaròla"), noi però tralasciamo questo edificio lontano dal paese  e continuiamo per Vezzano focalizzando l'attenzione su quelli posti su via Borgo.

La derivazione Manzoni

Antichi mulini del Borgo di Vezzano - pannello introduttivo

Nel primo edificio che incontriamo, il laboratorio per la lavorazione artigianale del rame con vendita dei prodotti è ancora attivo, ma non le altre numerose attività artigianali che qui si svolgevano. Si andava dalla segheria alla fucina, dalla lavorazione della ceramica a quella dello scotano e non mancava naturalmente il mulino per la macinazione dei cereali. Dietro la casa molte ruote idrauliche fornivano ai diversi macchinari l'energia necessaria grazie alla derivazione e bacino sopraddetti.

È proprio qui, in località alla Fonda 11, che l’Ecomuseo della Valle dei Laghi ha posto il 2° pannello  degli “Antichi mulini del Borgo”, che presenta  la segheria.

Scendendo lungo via Borgo possiamo osservare la Roggia Grande che affianca la casa sul davanti e l'acqua della derivazione  che da dietro l'edificio torna nella roggia e prosegue il suo corso attraversando la strada. Possiamo anche osservare dal lato opposto della strada la struttura di un'altra derivazione che andava a portare l'acqua accanto all'edificio a servizio sia della ruota idraulica che è ancora al suo posto, sia della tromba idreolica ("bót de 'òra") ora conservata al Museo di Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all'Adige. Sulla sinistra quindi incontriamo quella che era la fonderia per la lavorazione del rame e sulla destra il locale che serviva da deposito per il carbone. All'interno ci sono ancora uno dei magli e alcune formelle. Troviamo qui il 3° pannello  degli “Antichi mulini del Borgo”, che presenta il lavoro del ramaiolo.

La Roggia si allontana dalla stretta via circondata da muri a secco e la perdiamo di vista, ma un'altra derivazione porta l'acqua dietro al prossimo edificio. Gli ultimi artigiani a lavorare qui sono stati i falegnami Bassetti, che avevano un laboratorio multifunzionale in modo da poter essere autonomi e prodursi anche gli oggetti di ferro che servivano loro.  Davanti all'edificio troviamo il 4° pannello  degli “Antichi mulini del Borgo”, che presenta la falegnameria. Questa derivazione è ancora attiva e nell'edificio sono conservati vecchi attrezzi.

Subito dopo passiamo sotto la strada della Gardesana, costruita ad inizio 1800, ed inizia una serie di caseggiati serviti tutti da un'altra derivazione, smantellata nel 2001 subito dopo le grandi piogge seguite da esondazioni. Il primo laboratorio era la fucina per piccoli attrezzi Aldrighetti. All'interno sono conservati ancora la tromba idroeolica, attrezzi e prodotti.  Il 5° pannello  degli “Antichi mulini del Borgo”, qui posizionato presenta la "bot de l'òra".

Subito dopo c'era l'ultimo mulino attivo a Vezzano: Silvio Garbari ha macinato con la ruota idraulica fino al 1979. Questo mulino è stato smontato e donato al Comprensorio C5 ed ora la Comunità di Valle spera di poterlo recuperare e ridargli vita prima che si deteriori irrimediabilmente. Una delle sue macine è posizionata nell'aiuola della pace presso il teatro di Valle e una coppia è esposta al  Museo di Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all'Adige. Il 6° pannello  degli “Antichi mulini del Borgo”, qui posizionato presenta i mulini.

Tra l'ex mulino Garbari e il successivo ex  laboratorio per la lavorazione artistica della ceramica Pardi, un piccolo passaggio coperto da una griglia di ferro ci ricorda dove passava un tempo l'acqua che serviva questi opifici. Il tornio per la lavorazione della ceramica era a pedale ma il forno perla cottura dei manufatti aveva bisogno della "bot de l'òra" per raggiungere la temperatura necessaria.  Il 7° pannello  degli “Antichi mulini del Borgo”, qui posizionato presenta la lavorazione della ceramica.

Poco prima della "Porta del Borgo" c'era il panificio Tecchiolli, una storia di famiglia che vede modificarsi l'uso della ruota, prima a servizio di una fucina poi di un mulino e alla fine anche del panificio.  I Tecchiolli hanno poi trasferito il loro rinomato panificio a Cavedine, qui l'8° pannello  degli “Antichi mulini del Borgo”, presenta il panificio.

Arrivati all'incrocio con via Ronch possiamo andare a vedere  le case di Via Borgo dalla parte opposta, quella servita dalla derivazione della roggia, partendo dall'officina Morandi, dove il tempo si è fermato agli anni '40, mentre questi fabbri continuano nella nuova zona artigianale la loro attività.  Qui troviamo qui il 9° pannello  degli “Antichi mulini del Borgo”, che presenta il fabbro ferraio. Risalendo via Ronch possiamo  vedere dietro l'officina Morandi quel che resta del canale di carico della "bot de l'òra".

Continuando a salire possiamo osservare le case dal lato dove un tempo avevano le ruote idrauliche e raggiungiamo il corso naturale della roggia. Sulla destra vediamo la cascata che scende in quella che fino a pochi anni fa era l'uscita dal paese. Sulla sinistra, nell'edificio costruito proprio sulla roggia l'officina di Morandi Casimiro produceva carri, unendo il lavoro di falegname e fabbro. Qui l’Ecomuseo ha posto l’11° pannello  degli “Antichi mulini del Borgo” dedicato al fabbro carraio.

Tornando al bivio, proprio di fronte ai Morandi vediamo l'ultimo edificio servito dalla derivazione: la falegnameria Gentilini. Qui troviamo il 10° pannello  degli “Antichi mulini del Borgo”, che presenta la falegnameria, utilizzata nel periodo dell'occupazione tedesca per tagliare il formaggio.

L'acqua defluita si univa a quella di una sorgente locale per ritornare poco sotto nella Roggia Grande; proseguendo per via Picarel poco oltre il parcheggio si può vedere il punto d'incontro di questi due corsi d'acqua.

L'anello termina qui, ma volendo si può continuare con l'anello tra i mulini di Calavino e Padergnone.

Il percorso completo permette di conoscere quasi tutti i mulini dei dintorni di Vezzano, qui raggruppati per paese:

In relazione a questi due percorsi alternativi si possono scaricare:

Si possono anche seguire i percorsi ed avere altre informazioni su Outdooractive: percorso breve Ciago-Vezzano o percorso più lungo Ciago-Vezzano-Fraveggio.